ITALCER BREVETTA LA TRASFORMAZIONE DELLA CO2 IN MATERIE PRIME NOBILI
28/02/2025
Il Sole 24 Ore
Imprese e Territori
28 Febbraio 2025
Italcer brevetta la trasformazione della CO2 in materie prime nobili
Ci sono oltre due anni di lavoro e 2 milioni di euro investiti in ricerca e sviluppo dietro al brevetto industriale registrato dal gruppo Italcer, che ha appena ottenuto l’avallo della Commissione europea con un punteggio di 69, ben oltre la soglia di 55, del programma Life (lo strumento con cui l’Ue finanzia progetti green), Un brevetto che apre uno scenario rivoluzionario non solo per il settore ceramico ma per molte industrie energivore che usano combustibili fossili, perché azzera anidride carbonica e gas inquinanti come ossidi di zolfo e di azoto dei processi industriali e li trasforma in “materie prime seconde nobili”, a valore aggiunto.
La holding di Rubiera (Reggio Emilia) ha infatti in programma altri 50 milioni di investimento nei prossimi sette anni per tradurre l’invenzione creata nei laboratori imolesi dal chimico Isidoro Giorgio Lesci (lo stesso che sei anni fa brevettò Advance, il gres porcellanato antinquinante e antibatterico di Italcer) in un impianto su scala industriale in grado di eliminare la totalità delle emissioni del gruppo ceramico reggiano. Senza consumare energia, senza utilizzare sostanze nocive (si sfruttano processi biomimetici naturali) ma creando invece posti di lavoro e materiali purissimi riutilizzabili in altri processi produttivi. Un esempio perfetto di economia circolare.
A spiegare la ricetta per trasformare in ricchezza sostanze inquinanti finora considerate un vulnus per la tenuta competitiva della manifattura europea, è lo stesso professor Lesci: «I fumi di scarico vengono convogliati in un sistema fatto di camere separate che sfruttano le caratteristiche chimico-fisiche di ogni componente per farlo precipitare separatamente dagli altri, attraverso reazioni spontanee simili a quelle che avvengono in natura. E senza fornire energia dall’esterno, perché si recupera il calore dei fumi, che escono dalla fabbrica a 120 gradi. Un processo in continuo, il gas attraversa le varie “stanze” con temperature e PH diversi e se nella prima si intrappola l’acido solforico, solubile in acqua, nelle successive si cattura un altro gas cambiando le condizioni. È un mestiere da chimici, non da ingegneri».
Italcer ha quantificato in di 80 milioni in sette anni i ricavi dall’applicazione del brevetto sui propri stabilimenti, tra vendita di materie prime seconde e risparmi di tasse sulla CO2 (il contestato meccanismo Ets, con una marginalità record del 50% e 120 nuovi posti di lavoro. Non poco neppure per un gruppo che ha fatturato lo scorso anno 350 milioni in lastre e piastrelle e ambisce ad arrivare ai 380 milioni a fine 2025. Si partirà intanto, non appena deliberato il finanziamento del sottoprogramma Life Climate Action, con il primo impianto pilota presso il sito Spray Dry (l’unità produttiva di atomizzato più importante del distretto sassolese), un investimento attorno ai 6 milioni da completare entro la primavera 2026: solo questo primo step permetterà di togliere dall’atmosfera 5.500 tonnellate di CO2 l’anno, cui si sommano 3.700 tonnellate risparmiate producendo carbonato di calcio precipitato come sottoprodotto e non attraverso un processo primario.
A regime, fra sette anni, le 117mila le tonnellate di CO2 che in un anno escono dai tre stabilimenti emiliani di Italcer si trasformeranno in 200mila tonnellate di carbonato di calcio precipitato purissimo, pronto per essere reimpiegato nell’industria farmaceutica o cosmetica. Gli altri gas diventeranno nitrato di calcio (oltre 1.400 tonnellate) utile in agricoltura come fertilizzante; solfito di potassio (antiossidante alimentare); solfato di calcio, ossia gesso. E saranno ossidate e neutralizzate anche le molecole odorigene, così come sarà recuperato tutto il vapore acqueo: si parla di 15mila litri di acqua recuperati all’ora solo dai tre atomizzatori.
«Il riconoscimento ottenuto dall’Unione europea ci riempie di orgoglio e conferma il nostro impegno per decarbonizzare i processi industriali con realismo, gradualità e un approccio sostenibile anche dal punto di vista economico», sottolinea Graziano Verdi, cofondatore e ad di Italcer, benefit company controllata dai fondi di investimento Mindful Capital, Miura e Capital Dynamics, apripista nella ceramica green (suo il primo forno 100% elettrico installato lo scorso anno) tanto da classificarsi al Sustainability Award 2024 al primo posto tra le aziende italiane. «È una innovazione di portata straordinaria, anche nella sua semplicità. Con questo brevetto entriamo in un nuovo business, in teoria scalabile e facilmente replicabile non solo nella ceramica ma nell’industria del vetro, del mattone, della pasta, dell’automotive - conclude Verdi - e stiamo ragionando di concedere in uso il brevetto a fronte di royalties. Ma è una soluzione che non può essere adottata da tutte le industrie energivore perché si produrrebbe un eccesso di offerta di materie prime seconde, rispetto alla domanda, e quindi inquinamento».
Ilaria Vesentini
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