Graziano Verdi: cresce il gruppo della ceramica tecnologica
15/05/2018 15:14:12
La frammentazione della ceramica italiana è questa: si prende un settore da 6 miliardi di euro, lo si divide per 300 aziende, e viene un fatturato medio di “solo” 20 milioni di euro ad azienda.
Ecco perché nel 2017, pensando a un sano consolidamento e buoni margini industriali, il fondo di private equity Mandarin Capital Partners II, con partner e fondatore Alberto Forchielli, ha creato con Graziano Verdi Italcer Spa, una holding che ha cominciato a comprare imprese del settore.
E lo sta facendo con idee precise: sceglie le aziende di alta gamma con doti di innovazione tecnologica e creatività; punta a dimensioni consistenti con il consolidamento in Italia e l’espansione estera, passando per l’Europa e l’Asia; e pensando agli Usa, dove è ancora presto per un investimento greenfield, che potrà arrivare dopo qualche acquisizione sul posto.
Company | Note ha raccolto queste informazioni dal Ceo e co-fondatore di Italcer Graziano Verdi, ex Presidente e A.D. del Gruppo Iris-Granitifiandre, Technogym e della multinazionale Koramic.
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Intervista estratta dal business report privato 11 note di Intelligence Economica di Company | Note.
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Quanto è grande il settore della ceramica italiano, in termini di giro d’affari, addetti, export, e numero di imprese?
Il giro d’affari supera i 6 miliardi di euro, quindi un distretto veramente importante per il nostro paese; gli addetti sono circa 25.000 e le imprese, tra produttive e commerciali, oltre 300.
Il settore si trova in un momento di espansione o consolidamento? Che difficoltà ha?
Il settore è in un momento espansivo oramai da oltre 3 anni e nel 2017 ha superato il fatturato 2008. Rimane comunque molto frammentato anche se i primi 7 gruppi rappresentano quasi il 40% dell’intero fatturato.
Quali sono i mercati esteri che assorbono di più i prodotti della ceramica, non solo italiana? Come si dividono e come si stanno evolvendo?
Il principale mercato di sbocco è l’Europa, con due mercati che la fanno da padrone, Francia e Germania, consumando circa 250.000.000 di mq; poi ovviamente il Nord America e l’Asia che sono in grande potenziale ascesa.
L’alto di gamma è soprattutto Made in Italy, in quanto il prezzo medio di vendita al mq è di oltre 13 euro, quando cinesi e spagnoli, primi concorrenti nell’export, sono poco più che alla metà, e cioè a 6,6 euro al mq.
A favore dell’Italia giocano la capacità di innovare, con nuovi grandi formati che arrivano oggi sino a 320cmx160cm, e anche di attingere con continui miglioramenti stilistico/tecnologici proprio dai produttori di tecnologia ceramica che sono italiani e tutti nella regione Emilia Romagna.
Chi sono i concorrenti esteri della ceramica italiana, e come sono posizionati?
La Cina è il maggiore produttore a livello mondiale con oltre 5 mld di mq, poi per prossimità c’è la Spagna con circa 500 milioni, la Turchia, il Brasile, il Messico ed ora anche l’India. L’Italia ha prodotto nel 2017 oltre 400 milioni di mq.
Perché con Mandarin Capital Partners avete puntato proprio su questo settore?
Perché è un settore che ha ancora grandi possibilità di consolidamento e consente anche margini industriali interessati.
Quando è nato, perché, e che obiettivi ha Italcer Group?
Italcer è nata a maggio 2017 e l’obiettivo che ci siamo posti è stato quello di arrivare entro il 2020, attraverso significative acquisizioni, a creare un gruppo, possibilmente una public company, con stabilimenti specializzati nell’alto di gamma, ponendoci un riferimento di fatturato a 500 milioni di euro e con un ebitda prossimo al 18%.
Come state componendo il gruppo? Con che logica cercate e scegliete le aziende che possono farne parte?
Siamo partiti con l’acquisizione de La fabbrica, a maggio 2017, poi con Elios Ceramiche ad agosto 2017 e la prestigiosa Devon&Devon a dicembre 2017. La logica è che le aziende debbono essere complementari nel posizionamento, seppure tutte nell’alto di gamma, e gli stabilimenti avere una forte specializzazione ed una grande tensione qualitativa. Su qualche azienda abbiamo già programmato investimenti che le renderanno 4.0.
Che tipo di management avete cercato da dedicare al progetto? In Italia ci sono competenze di settore con un buon vantaggio competitivo?
In Italia ci sono sicuramente le migliori competenze settoriali e lì ci siamo rivolti.
A quali mercati in particolare pensate per l’espansione di Italcer Group?
Pensiamo agli USA che è di fatto il primo mercato contendibile con un consumo di ceramica che era di poco superiore ai 200 milioni nel 2012 e che l’anno scorso ha superato i 300 milioni. Ovviamente non possiamo omettere l’Asia, che rimane l’area a più forte potenziale di crescita complessiva.
Pensate ad una quotazione in un prossimo futuro? Quali sono i numeri da raggiungere per realizzarla?
Certamente la borsa rappresenta un obiettivo importante ed al quale miriamo. Si tratterà di capire quando: se a breve termine o più avanti nel processo di sviluppo del gruppo.
http://www.companynote.it/2018/05/04/italcer-ceramica-tech-verdi-1a/