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"CONTRO VIRUS E SMOG: E' LA CERAMICA DEL FUTURO"

«Contro virus e smog: è la ceramica del futuro»

La ceramica del futuro? Sarà sempre più 'multitasking', non rappresentando solo un importante - e spesso fondamentale - elemento d'arredo, ma anche interagendo direttamente con l'ambiente, per svolgere funzioni che vanno dal contrasto a virus e batteri fino al contenimento dei gas prodotti dalle automobili e dalle industrie. A lanciare questa sfida sulla ceramica del futuro e sulle sue nuove funzionalità è Graziano Verdi, amministratore delegato del Gruppo Italcer, una realtà nata nel 2017 proprio per iniziativa dello stesso Verdi e dell'imprenditore Alberto Forchielli con il Fondo Mandarin Capital Partners e che oggi è già diventata un vero e proprio polo aggregatore per il settore, grazie alle acquisizioni che il Gruppo ha fatto in meno di quattro anni. Italcer, infatti, oggi controlla La Fabbrica Ceramiche, Elios Ceramica, Devon&Devon, Ceramica Rondine, la spagnola Equipe Cerámicas e la sassolese Spray Dry, azienda specializzata in atomizzati per ceramiche. E la storia continua. «Il nostro obiettivo - spiega infatti l'ad Verdi - è quello di continuare nello sviluppo del Gruppo, sia per linee interne, sia per linee esterne».

Cosa significa oggi il Gruppo Italcer? «Siamo in forte crescita, tanto che raggiungeremo nel 2021 i 250 milioni di euro di fatturato. Produciamo oltre 18mila metri quadrati di ceramiche alto di gamma al giorno, con l'obiettivo di superare i 20 milioni di metri quadri nel 2022. Diamo lavoro a 837 dipendenti».

I rumors del distretto parlano di un ebitda di oltre 60 milioni di euro, che porterebbe Italcer ad essere una delle 5 realtà più profittevoli del comparto. «Confermo che il nostro margine operativo è significativo e stiamo procedendo anche più velocemente dell'ambiziosa tabella di marcia che ci eravamo prefissati».

Novità in vista? «Ne abbiamo tantissime. Molte di queste le presenteremo a Cersaie 2021 (dal 27 settembre al 1° ottobre), un appuntamento per cui ci stiamo organizzando per fare le cose in grande stile. Saremo presenti in due padiglioni, il 26 e il 29, con tutti i nostri marchi. In particolare, porteremo i nostri brand Ceramica Rondine, La Fabbrica, AVA, Elios Ceramica, Bottega, Equipe Ceramicas, Spray Dry. Presenteremo inoltre anche Tonino Lamborghini, con cui il Gruppo collabora per la linea 'Luxury Surfaces'. Per ora, posso soltanto dire che i nostri stand all'interno di questi padiglioni saranno realizzati da tre architetti di fama internazionale».

Però, intanto, si parla di nuove funzioni per la ceramica... «Esatto. Stiamo già proponendo, e devo dire con ottimi riscontri, alcune novità come Advance Ceramic che, come confermato dai test condotti secondo le norme ISO, in soli 15 minuti di esposizione alla luce abbatte il 90% dei virus e dopo 8 ore da un minimo del 95% fino al 100% dei batteri con cui viene a contatto. Inoltre, è in grado di abbattere gli ossidi d'azoto o NOx, prodotti dai gas di scarico delle auto e potenzialmente molto pericolosi per la salute umana».

Quanto è importante per voi l'export? «Esportiamo l'80% del nostro prodotto. I mercati principali sono gli Stati Uniti, la Francia e la Germania».

Quale momento sta vivendo il comparto ceramico nel suo complesso? «In Italia questo comparto vale 6 miliardi di euro e produce 400 milioni di metri quadri all'anno. Sempre l'Italia, è il quarto distretto in termini di volumi, ma il primo in termini di valore dell'export. Il comparto è uno dei primi sette del nostro paese per ciò che concerne l'export».

Quindi, la ceramica italiana piace in tutto il mondo. La moda oggi è il piccolo o il grande formato? «Oggi sono tornate in voga entrambe le tendenze, e noi ci siamo naturalmente adeguati. In linea di massima, possiamo dire che l'Asia preferisce ancora il grande formato, mentre Italia, Stati Uniti, Germania e Francia richiedono entrambi».

Qual è la concorrenza da cui bisogna guardarsi? «Senz'altro Paesi come la Turchia, l'India e, ovviamente, la Cina. Ma l'Italia ha le carte in regola per rimanere ai vertici qualitativi».

di Marco Pederzoli

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